Le visite catanesi non possono non comprendere uno dei
più grandi anfiteatri romani. Ubicato in piazza Stesicoro, pieno centro storico
catanese venne fatto costruire nel II sec. d.c. tra Adriano e Antonino
Pio (dinastia Antonini); era adibito a spettacoli, giochi e combattimenti
tra gladiatori. Gli anfiteatri oltre ad avere una funzione diversa da quella
del teatro, avevano una forma
ellittica, al contrario degli ultimi
che ne avevano una semicircolare.
Gli anfiteatri venivano utilizzati per le venationes, ovvero giochi in cui avvenivano uccisioni di animali (elefanti, orsi,
leoni,tigri,cammelli) importati dall'Oriente e dal Nord Africa. Le
venationes oltre ai giochi, comprendevano le condanne a morte: la Damnatio ad bestias, dove il condannato (di
solito uno schiavo ribellatosi al padrone) veniva sbranato vivo dalle belve, la Damnatio in crucem, ovvero la crocifissione e infine le condanne al
rogo. L’imperatore Tito per festeggiare il completamento del Colosseo
ordinò 100 giorni di festeggiamenti, durante i quali vennero uccisi 10.000 prigionieri e 9.000 animali!
Damnatio ad bestias |
L’anfiteatro di Catania con
un circonferenza esterna di 309 m e l’arena di 192 m, il diametro esterno
di 125m x 105 m, l’arena 70m x 50m e con una cavea (gradinate) di 14 gradini,
poteva contenere 15.000 persone e riempiendo l’arena d’acqua
(tramite complesse strutture idrauliche) si potevano svolgere anche
spettacoli acquatici (naumachie = battaglie navali ). Tra
il 252 e il 253 d.c. venne coperto dalla lava, a causa di un’eruzione dell’Etna
ma non venne distrutto. Dopo la caduta dell’impero a l’arrivo degli
Ostrogoti in Sicilia, l’imperatore Teodorico emanò un editto,
dove consentiva di usufruire delle pietre dell’anfiteatro per la costruzione
delle difese e delle mura cittadine. Si pensa sia stato usato anche
per la costruzione della cattedrale di Sant'Agata e
del castello Ursino di Federico II di Svevia. Nel terremoto
della Val Di Noto (1693) venne totalmente coperto e sarà grazie all'intervento del mecenate Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, che
iniziarono gli scavi. Nuovamente abbandonato, solo negli anni 90 verrà
ristrutturato. Solo una piccola parte è visibile (diverse gradinate,alcuni archi
e una parte dell’arena), mentre il resto è coperto dal suolo urbano.
Questa meraviglia architettonica risiedeva a ridosso della collina Montevergine,
agorà dell’antica Katanè.
Francesco Conti
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