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Il teatro, sinonimo di creazione ed espressione artistica, deve la sua origine agli antichi culti dionisiaci. Furono culti misterici e religiosi in onore di Dioniso, divinità del vino e dell’uva, nato dal tradimento di Zeus con Simele. Era, accecata dalla gelosia, si presenta nelle sembianze di nutrice alla contendente, convincendola della natura divina del suo amante. Simele prega e convince Zeus a presentarsi in tutta la sua potenza e divinità, ma che nessun mortale poteva sostenere. L’amante venne folgorata e ridotta in cenere, ma il feto fu salvato in tempo e Zeus stesso lo cucì all'interno della sua coscia.
Reso immortale, Dioniso, ricondurrà la madre dagli Inferi all'Olimpo e per questo rispecchierà colui che ritorna dalle tenebre alla vita stessa. Egli
è l’energia vitale in natura che scorre nei mesi estivi e primaverili, quel dio
che è manifestazione nei frutti, nella natura, e l’uomo se ne ciba,
simboleggiando con lui la sua unione. I succhi dolciastri dei frutti estivi, l’ebbrezza
portata dal vino rappresentano l’incarnazione di Dioniso stesso, la medesima
cosa uomo - natura, l’energia espressa in ritmi e danze prive di regolarità. La
linfa vitale dionisiaca nei frutti e nella bevanda è la chiave all'estasi e
alla vita stessa.
Questi culti e riti misterici probabilmente furono le
prime espressioni teatrali dell’antica Grecia, formando un’identità culturale in
cui l’uomo poteva rispecchiarsi. Il teatro nello scorrere del tempo incarna
i mutamenti che avvengono, incarna i conflitti tra la prigionia e
il desiderio di libertà, una lotta, una ribellione contro ciò che è stabilito e
fissato politicamente e socialmente.
Rappresenta dunque la vita della polis stessa, in ambito pedagogico e culturale
(come la commedia e tragedia) e in ambito politico con le sue assemblee
cittadine, giudizi e condanne. La
tragedia è la sua forma più espressiva, la fusione di danze, parole, canti
rimandano alle ansie religiose e morali dei tempi.
“Tragedia è dunque imitazione, di un’azione elevata e
conclusa, dotata di grandezza, con parola piacevole separatamente per ciascun
aspetto nelle sue parti, di persone che agiscono e non tramite narrazione, la
quale attraverso pietà e paura porta a compimento la catarsi di tali passioni”
Poetica, cap. 6,
Aristotele
Lo Stagirita vede come in
uno specchio le vicende tragiche della natura umana e imparerà da ciò a
parare i colpi della sorte, la disgrazia che
è la vita; è qui che avviene la catarsi, il purificarsi, il momento più
alto del coinvolgimento passionale ed emotivo dello spettatore, che si libera
dalle passioni in lui vissute in forma mediata e riflessa, attraverso un
processo di sublimazione e risoluzione di esse.
“Nell’uomo, fin
dall’infanzia, è innato l’imitare: in questo differisce dagli altri animali,
perché è il più imitativo e mediante imitazione opera le prime conoscenze”
Poetica, cap. 2,
Aristotele
A Roma e nel suo Imperium il teatro e l’essenza
catartica viene meno, diventa solo luogo di diletto e divertimento. La prima
rappresentazione teatrale romana avvenne nel 240 a.C. con l’opera
drammatica di Livio Andronico, scritta in latino. Gli antichi spettacoli romani che comprendevano danze, giochi, ludi, avvenivano in un semplice palcoscenico senza posti a sedere e quasi
sempre l’unico obiettivo era il diletto, il piacere che ne si poteva trarne al
sol guardare, ma gli antichi culti dionisiaci si perpetuarono nel tempo, ad esso sopravvissero nella cultura romana.
LA STRUTTURA ARCHITETTONICA DEL
TEATRO:
- PULPITUM = PALCOSCENICO
- ORCHESTRA
- CAVEA = GRADINATE PER GLI SPETTATORI (divisione
sociale)
- VOMITORIUM = INGRESSI O USCITE LATERALI
Struttura teatrale |
Katane, polis della Magna Grecia, conserva un tesoro architettonico e archeologico della storia passata. Il teatro romano di Catania, fatto costruire su un preesistente teatro greco dove Alcibiade tenne discorso ai catanesi durante la guerra del Peloponneso, venne completato nel II secolo d.C. (tra Augusto e Adriano). La capienza era di 7000 spettatori con un diametro di 102 m. Tra le fondamenta del teatro scorre il divino fiume Amenano (rappresentato con la testa di un toro), usato allora per i diversi spettacoli acquatici.
Il fiume Amenano, scorre tra le fondamenta del teatro e la città di Catania |
Decadendo nell'epoca medievale, numerose case furono
costruite nel circondario e il marmo fu utilizzato analogamente all'anfiteatro per la costruzione della
cattedrale di Sant'Agata. Gli scavi diretti dal principe Ignazio Biscari,
provvidero ad eliminare gli edifici all'interno di esso, riacquistando
parzialmente la sua forma originale.
ODEON
A fianco del teatro, troviamo l'Odeon, edificio
dedicato a spettacoli musicali e danze, maggiormente agli esercizi di canto
dove poi lo spettacolo principale avveniva nel teatro a fianco. All'interno troviamo vari reparti del museo con una
vasta esposizione archeologica: sezione numismatica, diverse statue tra i quali
"Leda e il cigno", un ritratto di Gordiano III (220 d.c) e un
ritratto giovanile del filosofo stoico e imperatore Marco Aurelio (160 d.c.).
Il teatro greco-romano di Catania |
Marco Aurelio, Leda e il cigno |
Odeon |
Francesco Conti
Complimenti per la chiarezza e la scientificità con cui tratti l'argomento. Riesci a trasmettere la passione che hai per queste cose.. bravissimo! :)
RispondiEliminaGentilissimo, amico!
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