sabato 13 luglio 2013

Le stagioni della vita, opera di Franco Conti Santamaria



Le stagioni della vita, di Franco Conti Santamaria. Olio su tela, (1mx1,50m)
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“Le stagioni della vita” è l’ultima opera del pittore niscemese Franco Conti, in arte “Santamaria”. È realizzato interamente ad olio su tela (1m x 1,5m).

Spesso in una tela si dipinge una vita, si trascorre e rimembra una vita o la si ha da immaginare in un tempo futuro. Riecheggiare se stessi in un dipinto, in una scultura, in un passo musicale, questo è ciò che permette l’arte.


Il dipinto è scisso dall'autore in quattro ordini comuni ad ognuno, l’infanzia, la giovinezza, la maturità, la vecchiaia. Quattro punti cardinali in cui possiamo rimembrare le nostre esperienze, le nostre gesta: dai semplici e spensierati giochi vissuti da bambini alla potenza e all'energia che sprigiona la giovinezza, dalla maturità e compiutezza di se stessi fino alle colonne in rovina della propria esistenza.

Particolare dell'infanzia; scena che ritrae un battibecco tra fanciulli 
che giocano con un pallone. Il fiore sbocciato, simbolo della fanciullezza. 

Particolare della giovinezza; scena di un giovane che abbraccia il mondo.
I cavalli, nella Piana di Gela vista dal Belvedere di Niscemi, rappresentano
la forza e l'energia del giovane. 

Particolare della maturità; colonne erette in uno scenario metafisico
 come simbolo di compiutezza della propria vita. La scala è il passo 
verso l'ultimo stadio della vita. 

Particolare della vecchiaia; un vecchio aspetta l'oscurità totale 
come quella della Luna. Alle sua spalle le colonne distrutte, 
simbolo della morte e del finire dei giorni. La tenaglia simbolo
di lotta per la vita e la leggerezza di una piuma, che solo la morte 
riesce a recare. 




Ma ecco un volto centrale, mascherato, anonimo, espressione unanime di un osservatore che giudica le proprie gesta e il continuo chiedersi esistenziale. La maschera è un elemento costante della visione del dipinto; la si tolga e si compia se stessi nei propri costrutti; la si tolga e si veda la propria vita in questa tela. Rividi ancora una volta la delusione nei suoi occhi, nessuno è profeta nella propria patria mi disse; rimarrà solo il ricordo di una tela e di una vita, e nient’altro.



Francesco Conti.

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